Taranto, altissima percentuale di IPA attribuibile ad ILVA. Conferenza stampa di PeaceLink
«Vendola ha detto che l'Arpa può andare a casa». La mail di Archinà al patron Emilio Riva era del 22 giugno 2010.
Ma cosa aveva fatto di così grave l'Arpa nel 2010?
Il 4 giugno l'ARPA - sotto la forte pressione del movimento ambientalista che a maggio aveva manifestato sotto il municipio di Taranto - presentava una severa relazione sul benzo(a)pirene e gli IPA che conteneva dati schiaccianti ed evidentissimi. Lo studio ("attribuzione alla sorgenti emissive") era il primo di questo tipo mai presentato sull'ILVA e indicava nello stabilimento siderurgico la forte preponderante di questo inquinamento (99,8% degli IPA).
GLI IPA NEL 2010: 99,8% DALL'ILVA
L'ILVA - sulla base di quella relazione ARPA che nel 2010 aveva tanto indispettito più di qualcuno - era responsabile nel 2010 del 99,8% di tutti gli IPA emessi a Taranto.
Nel 2010 per la precisione tutti gli IPA emessi a Taranto erano stimati in 8278 kg/anno; di questi all'ILVA sono attribuibili 8257 kg/anno. Ossia il 99,8%.
Vedere pagina 15-16-17 della relazione Arpa Puglia del 4 giugno 2010.
GLI IPA NEL 2014: 99,4% DALL'ILVA
PeaceLink ha ripreso quello studio, aggiornandolo al 2014 e inserendo i nuovi dati emissivi di cokerie, altoforni e agglometato.
Il risultato del modello di calcolo è che nel 2014 ILVA emette ancora il 99,4% di tutti gli IPA emessi a Taranto.
Precisamente: tutti gli IPA emessi a Taranto sono stimabili in 3490 kg/anno; di questi all'ILVA sono attribuibili 3469 kg/anno. Ossia il 99,4%.
Oggi alle ore 11 conferenza stampa di PeaceLink nel quartiere Tamburi nella piazzetta DE VINCENTIS.
Il luogo della conferenza stampa è simbolico in quanto PeaceLink presenterà nuovi dati che dimostreranno la persistenza di un'altissima percentuale di IPA cancerogeni ancora attribuibile all'ILVA nonostante lo spegnimento di alcuni impianti. I dati verranno forniti e spiegati ai giornalisti.
ATTUALITA' DELLA RELAZIONE ARPA DEL 4 GIUGNO 2010
Perché abbiamo ripreso questo modello di calcolo e lo abbiamo aggiornato?
Perché quel modello di calcolo ("attribuzione alla sorgenti emissive") era diventato un atto di accusa e stata creando molti problemi. Toccava un nervo scoperto e metteva a nudo una questione delicatissima.
Vi ricordate la telefonata fra Vendola e Archinà del 6 luglio 2010?
Archinà parla di "una scivolata" del Direttore Generale dell'ARPA, che il mese precedente aveva firmato quella relazione così severa verso ILVA.
Perché i vertici di ILVA erano preoccupati nell'estate 2010? Per il benzo(a)pirene. (1)
In quel periodo esplodono i dati scomodi dei primi cinque mesi del 2010: essi aveva superato di ben tre volte i limiti di legge. Rischiavano di essere fermate le cokerie ILVA (come chiedeva il movimento ambientalista) che sono la principale forte di benzo(a)pirene e di IPA. Arpa proponeva una riduzione della produzione, ma anche questa idea non era accettata dall'ILVA. (2)
E Archinà (addetto alle pubbliche relazioni dell'azienda) avvertiva Vendola che la situazione "sta degenerando veramente sta degenerando".
Il Direttore Generale dell'Arpa, Giorgio Assennato, nella successiva conferenza stampa sugli IPA e il benzo(a)pirene non parlò con i giornalisti - raccontano i cronisti - e la discussione fu guidata dall'assessore Nicastro. (3)
Ecco perché la questione degli IPA è ancora così centrale e attuale. Da allora PeaceLink ha avviato il progetto di effettuare misurazioni degli IPA con lo stesso strumento dell'Arpa, ossia l'Ecochem PAS 2000, progetto che è si è concretizzato l'anno successivo grazie all'aiuto del Rotary Club di Taranto e del dott. Luigi Romandini che allora lo guidava.
IL RAPPORTO FRA IPA E BENZO(A)PIRENE
Che rapporto c'è fra benzo(a)pirene e IPA?
Il benzo(a)pirene è una molecola estremamente cancerogena che è contenuta nella "famiglia" degli IPA, una miscela pericolosa di molecole. La sigla IPA sta per Idrocarburi Policiclici Aromatici.
QUARTIERE TAMBURI NEL 2009-2010: IPA A 20 NG/M3 IN VIA MACHIAVELLI
(2) Archinà, il braccio destro dei Riva, lavora ai fianchi di Assennato. Si lamenta con Vendola degli scienziati che hanno redatto lo studio, Massimo Blonda e Roberto Giua, iniziando a ottenere qualche risultato. È lo stesso Assennato a chiamare Archinà, ai primi di giugno, per lamentarsi di essere stato “delegittimato”. La ragnatela di Archinà diventa di ora in ora più fitta. Il 22 giugno scrive a Fabio Riva. Sostiene che Assennato è stato sconfessato e descrive la posizione di Vendola: “Per nessun impianto Ilva si deve ipotizzare una sia pur minima restrizione”. E soprattutto: spiega che ha un accordo con il governatore. La lettera, che Ilva sta scrivendo ad Arpa, deve essere inviata, per conoscenza, anche a Vendola che “al ritorno dalla Cina affronterà direttamente la questione”. Ed effettivamente, tornato dalla Cina, Vendola chiamerà Archinà per ricordargli: “Non mi sono defilato”. (Il Fatto Quotidiano 6/12/2013)
(3) La cosa viene riferita sempre sul Fatto Quotidiano del 6/12/2013. Ecco uno stralcio dell'articolo.
“Testa bassa – scrive il cronista Michele Tursi – sguardo rassegnato. Quello che le veline non dicono riguarda il professor Giorgio Assennato”. Quel giorno in Regione si tiene la conferenza stampa per il “monitoraggio diagnostico” dell’Ilva. “Strana conferenza stampa convocata, poi revocata e poi di nuovo convocata”, racconta Tursi. “Strana – continua – l'assenza di Assennato nell'incontro con i giornalisti. Strano che fosse stato avvisato all'ultimo momento con un sms e poi lasciato fuori dalla porta... ”. Il Fatto ha rintracciato il cronista che racconta: “Quella mattina, effettivamente, parlai con Assennato e non era sereno”.
Allegati
Relazione 4 giugno 2010 su benzo(a)pirene e IPA
Arpa Puglia2966 Kb - Formato pdfILVA veniva indicata come massimo responsabile di tale inquinamento. Questa relazione risultò sgradita all'ILVA.
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