Anche gli operai dell'Ilva devono venire alla marcia del 25 febbraio!
Chiediamo tutti insieme che si facciano le bonifiche e che gli operai siano reimpiegati in questo settore, dopo la formazione necessaria.
Altrimenti i lavori non saranno fatti oppure saranno appaltati a ditte del nord.
Un gruppo di cittadini apartitici, liberi e indipendenti, come si sono firmati nella piattaforma, ha deciso di organizzare una marcia che si svolgerà sabato mattina da piazza Marconi verso il centro.
Le parole chiave sono: bonifiche, risarcimenti per la città e la provincia di Taranto, chiusura delle fonti inquinanti e riconversione.
E' la solita manifestazione per chiedere la chiusura dellIlva? No.
In base al patteggiamento di tre società Ilva, si renderà disponibile un miliardo e trecento milioni per Taranto. Nell'ultimo decreto legge in discussione alla Camera questa somma è destinata all'ambientalizzazione e alla bonifica. La marcia chiede che vadano alla bonifica della falda sotto i parchi minerali a cui l'Ilva è tenuta dal 2010 e che è un obbligo di legge in base alla Conferenza dei Servizi di 2016.
Il fatto che la falda superficiale e quella profonda siano contaminate dagli inquinanti della siderurgia interessa tutti: i contribuenti perché bonificare ha dei costi ingenti e i consumatori perché è possibile che quell'acqua vada nei terreni attinta dai pozzi artesiani e nel mare che nonostante tutto, è ancora pescoso; interessa anche e forse di più, i lavoratori Ilva perché gli interventi di messa in sicurezza d'emergenza della falda previsti dalla legge e la successiva bonifica impedirebbero l'utilizzo dei parchi con un impatto sul ciclo produttivo. A questo punto, perché non chiedere che siano gli stessi operai a collaborare alle bonifiche come prevede la piattaforma della marcia?
Penso che il 25 febbraio i lavoratori Ilva si potrebbero sentire a casa loro in mezzo ai tarantini preoccupati per la loro salute e per il loro portafoglio.
E' noto che dal primo marzo, quasi cinquemila operai andranno in CIG mentre negli ultimi due anni ce ne erano tra i tremila e i quattromila in solidarietà, a rotazione. Durante il dibattito parlamentare di ieri, l'on. Vico ha dichiarato che i quasi cinquemila in CIG non sono stati dichiarati "esuberi strutturali" e che ogni decisione in merito è rimandata a dopo il piano industriale e a dopo la vendita i cui termini sono stati prorogati a ottobre. In sostanza gli esuberi potrebbero essere dichiarati tra un anno.
Se si arriverà alla vendita dell'intero stabilimento, il compratore per riassorbire i cinquemila in CIG dovrà portare la produzione a 10 milioni di tonnellate annue, visto che c'è un rapporto di mille operai per un milione di tonnellate annue prodotte con l’attuale sistema produttivo.
Tale scelta è del tutto inaccettabile, in quanto le emissioni tornerebbero a livelli folli del 2008-2010.
La Valutazione del Danno Sanitario della Regione Puglia ipotizza l'impatto degli inquinanti con una produzione di sei milioni di tonnellate annue: a tale livello, non c'è alcuna diminuzione per varie sostanze, specie per i metalli pesanti. Attualmente siamo tra le cinque e le sei, quindi siamo comunque esposti ad un rischio che questo rapporto definisce "inaccettabile" secondo gli standard medici.
In definitiva gli esuberi ci saranno, la nostra salute non verrà tutelata e quindi non ha senso manifestare separati, gli operai per il lavoro e noi per la salute. Del resto sette morti nell'Ilva in quattro anni riguardano proprio la violazione del diritto alla salute: erano giovani entrati in fabbrica con un progetto di vita e usciti vittime del fuoco, dell'acqua e del ferro. Dopo si può solo piangere e rammaricarsi.
Io al posto degli operai sabato 25 febbraio andrei a piazza Marconi alle 9:00 in punto.
Questo articolo è stato pubblicato nell'edizione di Taranto della Gazzetta del Mezzogiorno del 10 febbraio 2017.
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/43982.html
Contatti per informazioni: giustiziapertaranto@gmail.com
Seguite l'evento su Facebook:
https://www.facebook.com/events/233411227068008/
Articoli correlati
- Piccolo Bignami per chi si fosse perso
Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA
La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.25 giugno 2024 - Redazione di PeaceLink - PeaceLink chiede invece di finanziare la sorveglianza sanitaria e la cura dei cittadini più esposti
Rifinanziamento attività gestione stabilimento ILVA e deroga alle norme sulla sicurezza
Dati sconcertanti emergono dall'audizione del presidente di PeaceLink al Senato: dal 1° novembre 2018 al 31 dicembre 2022, la gestione dell'ex Ilva ha accumulato passività globali per ben 4 miliardi e 700 milioni di euro, come confermato da fonti governative (esattamente 4.737.693.528 euro).28 maggio 2024 - Redazione PeaceLink - E' un invito a non arrendersi mai
Palazzina LAF: un film sulla fabbrica, sul potere e sulla speranza
Michele Riondino, regista e attore protagonista, ricostruisce una pagina buia dell'ILVA di Taranto. Palazzina LAF è un "film necessario" ed è una "storia universale" che aiuta a riflettere sul potere e sulle sue vittime ma anche sulla capacità di riscatto dei lavoratori.Alessandro Marescotti
Sociale.network