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Per qualcuno l'amore per la terra è una vocazione

Una figlia racconta l'amore per la terra di suo padre che poi ha dovuto combattere la diossina

Don Angelo Fornaro è il proprietario della Masseria Carmine, una delle sette danneggiate dalla diossina. E' presente a tutte le udienze del processo "Ambiente svenduto" che deriva anche da un suo esposto. Il 13 luglio 2019 ha compiuto 85 anni e sua figlia ha voluto raccontare la sua storia.
21 luglio 2019
Rosanna Fornaro

Rosanna Fornaro racconta come il padre scelse di occuparsi di terra, di animali e di masserie con determinazione, la stessa che sta dimostrando nel processo "Ambiente svenduto":

Papà non ha mai voluto continuare gli studi ed un giorno durante il pranzo, nonno Vincenzo, suo padre, gli chiese cosa avesse intenzione realmente di fare della sua vita chiamandolo "Cumba' Angelo", e papà onestamente gli rispose che il suo desiderio era avere a che fare con la terra, le masserie, gli animali... insomma gestire le aziende... Quindi dal giorno dopo Cumba' Angelo passò dai pantaloni corti ai pantaloni lunghi, segnando il passaggio dall'adolescenza all'essere adulto e cominciò a svegliarsi ogni mattina tra le tre e le quattro unendosi agli altri operai e trainieri che con i loro muli procedevano ad arare i terreni, a gestire il bestiame, nonostante il dispiacere di nonna Marietta il cui figlio Angelo sarebbe stato sempre "'u piccìnne", anche quando lui avrebbe avuto una sua famiglia... ma lei mai si sarebbe opposta al volere di nonno Vincenzo perché l'amore, il rispetto, la famiglia, il lavoro erano dei cardini non contestabili ma ben radicati. Don Angelo Fornaro da giovane


Papà era solito accompagnare nonno Vincenzo nei suoi giri, nei suoi commerci cercando di carpire ogni informazione utile, ogni segreto che gli potesse servire per essere un buon Capo.... spesso nell'attesa che il nonno finisse le sue commissioni a piazza Fontana, era solito imbattersi in piccole gare a cavallo con lo scieraballe con suo cugino Raffaele attraversando tutto il quartiere Tamburi... alternando vittoria e sconfitta... il legame tra i cugini era sì forte, come forte era però il senso della competizione.
La prima azienda di cui papà si è occupato sostituendo lo storico fattore è stata Santa Colomba situata tra Palagiano e Palagianello, in un periodo in cui vigeva il pieno comunismo e le aziende erano occupate da operai che i sindacati imponevano anche se non necessari, ma papà grazie al suo carattere, sempre compagnone e carismatico, riuscì a conquistare il paese, la fiducia ed il rispetto degli altri fattori e delle loro famiglie, creando un'oasi felice e facendo fruttare e rifiorire Santa Colomba per ben sei anni fino a quando una mattina papà non venne riportato a casa da suo padre e da suo fratello Peppino, gettandolo nello sconforto in quanto gli comunicarono di aver venduto l'azienda.
Sconforto che per fortuna durò poco perché una mattina si presentò a Zitarella, la casa della famiglia Fornaro, donna Amalia Volpicelli che chiese aiuto al nonno per la ricerca di una persona capace di gestire e mandare avanti la sua azienda, La Badia, situata tra Grottaglie e Montemesola visto che l'amministratore di allora, un certo Grassi, aveva comunicato la sua intenzione di lasciare l'incarico e l'azienda. Ed il nonno guardando papà negli occhi rispose a donna Amalia che aveva la persona giusta ed il pomeriggio stesso si recarono a visionare la Badia rendendosi conto di quanto fosse bella.
Finendo per occuparsene per tanti anni. Angelo Fornaro
Papà ha sempre amato e tutt'ora ama la terra, gli uliveti, gli animali... ama le Masserie soprattutto di colore bianco... ama girare per Aziende... ama l'idea dell'allevamento... il senso della gestione dei dipendenti...

#ricordi #papa' #papaallabadia

Pecore alla diossina, la Puglia ordina: abbattetele
Stanziati 160 mila euro.
Il Tar di Lecce ha giudicato ammissibile il referendum sull'attività dell'acciaieria. Delibera della Regione: 1.200 animali vittime dell'inquinamento dell'area Ilva. Le sette masserie «maledette » distano dall'Ilva non più di un paio di chilometri e ne respirano i miasmi. 
10 ottobre 2008
Carlo Vulpio
Fonte: Corriere della Sera

https://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/27407.html

"Ambiente Svenduto" Le ragioni del processo
Daniele Marescotti

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