AIA ILVA: non facciamoci fregare
Oggi, 23 agosto 2023, per lo stabilimento siderurgico ILVA arriva a scadenza l'AIA, ossia l'Autorizzazione Integrata Ambientale. Concessa nel 2011 e riesaminata nel 2012 dopo l'intervento della magistratura, è stata poi prorogata più volte perché non riuscivano ad attuarla.
Oggi è il giorno della scadenza.
In una nazione in cui vige il diritto lo stabilimento ILVA dovrebbe fermare gli impianti dell'area a caldo che non è riuscito ad adeguare alle prescrizioni di legge.
Oggi dovremmo vedere i sigilli posti sugli impianti non a norma.
Stop per non adeguamento alla legge.
Ad oggi infatti l'AIA non è stata attuata in alcuni punti importanti, ad esempio la rimozione dell'amianto e la prevenzione incendi.
Altre prescrizioni risultano attuate sulla carta, ad esempio quelle sulla cokeria ma è proprio da lì che continuano a fuoriuscire i picchi di cui PeaceLink sta evidenziando continuamente i dati.
Oggi, in un clima di surreale incertezza, arriva a scadenza l'AIA mentre la gente è in vacanza.
Cosa vogliono fare Comune, Provincia e Regione?
Il ministro dell'Ambiente un'idea ce l'ha: continuare a produrre.
E i sostenitori della "decarbonizzazione" adesso che fanno?
Accetteranno altri 12 anni di carbone autorizzato dal ministro nella cokeria che lancia benzene sul quartiere Tamburi?
Riusciremo a dichiarare tutti assieme che l'area a caldo che è basata sul carbone non va riautorizzata?
Continueremo a discutere appassionatamente, è accaduto in questi giorni, su come i turisti vedono la città di Taranto sulle recensioni di Trip Advisor? O ricominceremo a discutere seriamente e appassionatamente se può essere rilasciata un'AIA prescindendo dai dati di morti premature e di malati gravi causati dall'inquinamento siderurgico? Prescindendo dall'abbondante mole di valutazioni di impatto sanitario che prevedono per i prossimi anni un impstto inaccettabile sulla popolazione esposta?
È surreale che si vada discutendo in questi giorni di accoglienza turistica quando non siamo in grado di fornirla un'accoglienza e assistenza sanitaria adeguata agli oltre ottomila malati di cancro in questa bellissima città.
Stiamo dimenticando una fetta della città, quella che non va in vacanza, quella che rischia di non avere futuro, che non ha neppure un presente.
Taranto sta facendo un enorme passo indietro non solo politico ma culturale e antropologico.
Ci stiamo abituando non solo alla sporcizia e alle distese maleodoranti di rifiuti, ma anche alla diossina, al benzene, ai tanti bambini con deficit al neurosviluppo, nati malformati, con più probabilità dei loro consimili pugliesi di ammalarsi di cancro. Questo non può e non deve avvenire. Non possiamo abituarci a convivere con il male e con la sconfitta esistenziale.
Se c'è un momento per rialzare la resta, il momento è questo. Domani sarà troppo tardi. Domani ci sveglieremo con tutti gli impianti autorizzati per altri 12 anni a riversare sostanze cancerogene, genotossiche e neurotossiche sulla città.
Il livello di consapevolezza che la città aveva in passato rischia di evaporare.
Ora ci dobbiamo rendere conto che si stanno concludendo i giochi.
Non facciamoci fregare.
TGR Puglia Rainews 22 agosto 2023 ore 19.30 (minuto 9.20)
Sono grafici che descrivono i trend del benzene nella cokeria ILVA, in via Orsini (quartiere Tamburi di Taranto) e in via Machiavelli (sempre quartiere Tamburi). I primi tre grafici in alto sono le rette di interpolazione, dette anche trend line, relativamente al benzene. Indicano l'andamento, ci fanno capire se il trend è in miglioramento (la linea dovrebbe essere inclinata verso il basso) o in peggioramento (linea inclinata verso l'alto).
I tre grafici in basso sono invece le medie annue del benzene dal 2014 fino a oggi.
Tutti i dati indicano un peggioramento per il benzene. Il benzene doveva diminuire dentro e fuori dell'ILVA grazie alla realizzazione dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e invece lo vediamo in aumento.
Il benzene è un potente cancerogeno ed è associato ad esempio alle leucemie.
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