L'incidente sarebbe stato provocato dal mancato funzionamento dell'impianto di depurazione. Nel frattempo, i magistrati hanno ascoltato la relazione dei custodi tecnici che denunciano la poca collaborazione da parte dell'azienda
L’infortunio di Antonino Mingolla è accaduto il 18 aprile del 2006. Mio marito lavorava con la ditta Cmt un’impresa che aveva vinto un appalto di manutenzione degli impianti all’Ilva...
Il racconto di un morto sul lavoro attraverso le parole della moglie. La vita in fabbrica, gli incidenti, l'inquinamento, la solidarietà e la lotta. E una realtà dura da accettare, quella della vedova di un caduto in tempi di pace
Per la strage del 12 giugno 2003 un anno e quattro mesi a Capogrosso. Assolto Riva. Per il procuratore Sebastio, la sentenza è equa. Semeraro: “Avremmo voluto vedere l’aula piena di operai e sindacalisti, invece non c’era nessuno”.
Un'assoluzione, per il presidente del Cda dell'Ilva e sei condanne – per tre dirigenti del siderurgico tarantino e per altrettanti dirigenti della ditta appaltatrice Cemit – al processo per l'incidente in cui morirono i pugliesi Paolo Franco, di 24 anni, e Pasquale D’Ettorre, di 27, schiacciati da una gru
Antonino Mingolla è morto all’Ilva il 18 aprile del 2006, avvelenato dal gas inodore e mortale col quale era costretto a combattere nel lavoro di manutenzione. Di seguito vi proponiamo un scritto che racconta della sua vita, della drammatica esperienza di lavoro all’interno dell’Ilva
Antonino Mingolla viene avvelenato dal gas inodore e mortale col quale era costretto a combattere nel lavoro di manutenzione. Questa è la sua vita, vista dall'interno della dimensione familiare e affettiva.
E’ il messaggio lanciato ieri da don Ciotti nella manifestazione per ricordare le morti bianche a Taranto. Stefàno: “Tutte le persone, senza escludere nessuno, devono essere impegnate affinchè questi eventi vengano azzerati. Finchè ci sarà un solo infortunio sul lavoro noi non avremo la coscienza a posto”.
L'Associazione 12 giugno - Familiari degli operai vittime del lavoro - e l'Associazione Libera - Movimento contro le mafie - in collaborazione con Comune e Provincia di Taranto e Regione Puglia, vi invitano alla 1° Giornata commemorativa delle morti bianche
In questi giorni si stanno tenendo processi contro l'ILVA di Taranto (il 6 maggio, contro licenziamento e mobing di una lavoratrice - l'8 e il prossimo 6 giugno, processo sugli infortuni mortali del crollo della gru - il prossimo 19 maggio, processo per l'infortunio mortale dell'operaio Silvio Murri, il processo della donna malatasi di leucemia), in cui sono protagoniste soprattutto le donne.
Anche il giorno del Primo Maggio non si ferma la lunga lista di morti e feriti sul posto di lavoro. Grida silenziose di un dolore cui almeno oggi offre rilevanza istituzionale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha deciso di celebrare l'occasione presso la sede Inail
Qualche giorno dopo i 5 decessi in una azienda di Molfetta la Regione Puglia ha deliberato un piano straordinario di vigilanza negli ambienti di lavoro. Sottoscrivete l'appello, diffondetelo e richiedete alle ASL ed alla Regione l'attuazione delle proposte in esso contenute.
Peacelink - Medicina Democratica - Cobas - Associazione 12 Giugno
Il libro Un'inchiesta di Marco Rovelli sulle morti bianche in Italia, edita dalla Bur, punta l'indice sulla drammaticità del caso Taranto. Alcune pagine sono dedicate all'Associazione 12 giugno che raccoglie i famigliari delle vittime dell'Ilva.
L’accusa è pesante e l’ex operaio dell’Ilva è stato costretto ad andare in pensione con quattro anni di ritardo ed ha vinto anche sette cause in sede civile. La storia di Cosimo Semeraro, ex lavoratore Ilva, presidente dell’Associazione «12 giugno»
Forse Napolitano a Taranto Il 12 giugno prossimo per la prima giornata nazionale della Memoria delle vittime sul lavoro. In sette rispondono di omicidio colposo per la morte di due operai Ilva.
Tre città con un comune denominatore: incidenti mortali sul lavoro. Argentino della Thyssen Krupp: «Abbiamo una guerra in questo Paese, ma nessuno ha il coraggio di dire che bisogna mettersi l’elmetto». La testimonianza di Franca Caliolo dell'Associazione 12 Giugno.
9 marzo 2008 - Rosanna Buzzerio
L’omonima associazione già all’opera per un formale riconoscimento
Proprio quel giorno, nel 2003, Paolo Franco e Pasquale D’Ettorre morirono nel siderurgico ILVA di Taranto. Il progetto incontra i favori della Regione Puglia, dicono gli assessori Matteo Barbieri e Silvia Godelli, «L’iniziativa dell’associazione tarantina è lodevole sottolinea Barbieri, noi siamo pronti a veicolarla verso le le maggiori istituzioni dello Stato».
È inaccettabile. Per il diritto internazionale umanitario, per la Convenzione di Ginevra, per la coscienza civile di chi ancora ritiene che esista una soglia oltre la quale l’orrore non possa essere normalizzato. Il targeting di ambulanze, anche solo in presenza di un dubbio, è un crimine.
Ben 7 miliardi per l'acquisto di venticinque nuovi F-35. Contro questo piano di spreco del denaro pubblico e contro il piano di riarmo europeo a Bari sono scese in piazza tante persone e tante realtà associative.
Alle origini della nascita delle organizzazioni dei medici antinucleari. Dal lavoro di ripercorso storico nelle vicende della Guerra Fredda alla creazione di una mostra multimediale alla Countway Library of Medicine dell'Università di Harvard.
Oltre cento sigle associative e nove amministrazioni comunali hanno fatto propria questa mobilitazione per la pace. Il messaggio al centro della mobilitazione è chiaro: "Il piano di riarmo europeo rappresenta una minaccia alla pace e comporterà conseguenze negative per i prossimi decenni".
Il modello economico e produttivo di Taranto è nato in un’epoca in cui lo “sviluppo” era sinonimo di grande industria, produzione e occupazione. Ma nel tempo questo modello si è scontrato con nuovi paradigmi: la tutela dell’ambiente, della salute e dei diritti delle comunità locali.
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