Tra il suono di antiche litanie che provengono da un arcipelago di grotte eremitiche, nel monastero di Deir Mar Musa si avverte la bellezza della preghiera cristiana formulata in lingua araba, dove poter cercare l'illuminazione spirituale, nelle periferie, negli avamposti, nelle trincee di mondi considerati a rischio e nel profondo di regioni lontane e nazioni marchiate come guerrafondaie e bellicose dalla geopolitica banalizzante dell'Occidente: così, allontanandosi dal baricentro, dal punto di riferimento del culto Romano, si avverte la presenza di un messaggio cristiano limpido e cristallino, sempre più vicino alla fonte originaria dell'Oriente e sempre meno disturbato da tentazioni di egemonia e di potere, oltre i conflitti tra civiltà, per aprirsi ad osmosi dialogiche e visioni maieutiche cultuali, in prospettive plurali di pace, oltre i bizantinismi fideistici occidentali.
I tentativi di fermare e di censurare le proteste contro il genocidio in atto a Gaza vanno contrastati con fermezza. Ecco un esempio di contrattacco riuscito.
Siamo a una svolta. La comunità internazionale è di fronte a una nuova minaccia e deve ritornare al sistema dei controlli reciproci sugli euromissili garantito dal trattato INF. Occorre eliminare i missili a gittata intermedia in Europa per garantire la sicurezza reciproca.
Il Tour delle co-direttrici di “Combatants for Peace”, l’Israelo-Ungherese Eszter Koranyi e la Palestinese di Betlemme Rana Salman è giunto nel pomeriggio di lunedì 18 novembre a Roma, agli Spin Time Labs di via Santa Croce in Gerusalemme 55.
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