La Regione sospende il giudizio sugli sforzi che Ilva sta facendo per mitigare l'impatto ambientale della sua produzione di acciaio, ma lo classifica, come non sufficiente. Lo ha dichiarato l'assessore regionale all'Ambiente Michele Losappio al termine del sopralluogo effettuato ieri mattina nello stabililmento.
L'assessore regionale all'Ambiente Michele Losappio, durante l'incontro di oggi con la direzione dello stabilimento siderurgico tarantino, ha ribadito che: la posizione della Regione Puglia, della Provincia di Taranto e dei Comuni di Statte e Taranto è univoca, cioè se l'Ilva non riduce l'emissione di diossina al di sotto dell'1% del limite tollerabile che noi abbiamo scelto come quota simbolica, noi non firmiamo, non diamo il consenso all'Autorizzazione integrata ambientale
Osservazioni di ARPA Puglia relative al documento ILVA del 3.9.2008 che, apparentemente in modo improprio, alcuni giornali hanno presentato come “nuovo cronoprogramma”.
Si va verso un accordo di programma. Incontro Regione-governo, sul tavolo 200 milioni. Ma c'è l'enigma diossina. Anche Provincia e Comune a Roma dal ministro che vuole accelerare le autorizzazioni a Ilva
Vertice a sorpresa sull’Ilva di Taranto, a Roma, dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. L’imperativo è correre, ed evitare i legacci burocratici delle procedure autorizzative che rallentano il processo produttivo.
L'imprenditore dell'acciaio tarantino, che fa il suo ingresso anche nella complessa partita di Alitalia, è espressione di un modello capitalistico tipicamente italiano, dove responsabilità e rischio di impresa sono solo parole, perchè tutte le possibili difficoltà gravano sullo Stato e il Sud. Taranto ha oggi, in un momento cruciale della sua storia, la possibilità del cambiamento e della rinascita.
"Quanto leggiamo ci sconcerta e ci dispiace innanzitutto in quanto sostenitori convinti del suo partito. In quanto a parole vedo che disponiamo tutti di ricche scorte. Mi perdoni onorevole, ma sono i fatti a scarseggiare!"
Il vice sindaco lancia un appello alla grande industria: «E' accaduto anche a Genova» «Non si può ricercare uno sviluppo turistico se la diossina non viene ridotta subito nei limiti europei. La Marina Militare prosegua nella iniziativa meritoria di porre i suoi beni a disposizione della comunità».
Azienda in fiamme nell'area industriale Scongiurato il disastro. Distrutto il magazzino dell'Adriatica Maceri snc, probabilmente l'episodio è di natura dolosa. I tecnici dell'Arpa hanno escluso pericoli
Comunicato stampa dell'Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Il 23 agosto a Putignano serata organizzata da Arpa Puglia. “Artambiente”, ambiente e arte si incontrano per la sostenibilità
«La diossina dell’Ilva uccide in silenzio. Occorre far presto» Non sono mai stati così gravi e ripetuti, come negli ultimi sei mesi, gli allarmi lanciati per il capoluogo ionico. Colpa del ricatto occupazionale. Di uno scarica a barile tra governi omertosi o incapaci. E di un sindacato impotente.
9 agosto 2008 - Stefano De Pace
L'Ilva chiede a Taranto un limite di diossina a 3,5 nanogrammi a metro cubo. Ma in Friuli Venezia Giulia il limite è 0,4: ossia oltre 8 volte di meno
La diossina di Taranto è un contaminante nazionale. Per PeaceLink il potenziale cancerogeno e genotossico della diossina dispersa nell'ambiente è questione globale perché entra nella catena alimentare. Se l'Ilva continuerà a rifiutare il confronto pubblico, noi continueremo con la nostra azione di sollecitazione
La seguente lettera aperta è stata inviata al Sindaco Stefàno. "Come si possono risarcire i danni morali di chi viene accusato di avvelenare la gente, quando l’unica preoccupazione che ha avuto è stata quella di lavorare rispondendo con fatica a tutti i doveri imposti?
Appello di Confindustria: accelerare l’accordo con l’Ilva Diossina: dopo la lettera di Vendola a Berlusconi se ne parlerà a Bruxelles. L’impegno dell’on. Pittella (Pd): chiedere che l’europarlamento si occupi di rivedere i tetti massimi di emissione
5 agosto 2008
Sulle criticità ambientali della città più inquinata d'Italia
Nella seconda metà di questo luglio torrido c’è stata la “svolta epocale” nel rapporto tra la Regione Puglia e l’Ilva di Taranto. Sfidiamo l’Ilva ad un confronto pubblico organizzato dal Corriere del Giorno, con arbitro il Prefetto di Taranto ed alla presenza dei Sindaci di Taranto e Statte.
Intervista al dottor Giua dell’Arpa. “L’aggiunta di urea è un metodo ben noto ed i risultati non potevano andare oltre il previsto. Si tratta di risultati che ci attendevamo, ma non ancora in linea con gli obiettivi previsti dalle BAT”
Il Comitato per Taranto prende le distanza dalle accuse accuse mosse al dott. Assennato dell'ARPA Puglia da parte di chi si fa portavoce dell'ennesimo ricatto occupazionale per screditare il lavoro di titolati professionisti e ignorare le stesse aspirazioni di tutta la cittadinanza
L’assessore regionale non chiude la porta al dialogo con l’Ilva ma chiede interventi rapidi ed efficaci. Martedì incontro congiunto tra Comune, Provincia e Regione sui temi dell’Autorizzazione integrata ambientale. Comune, Provincia di Taranto e Regione Puglia, martedì prossimo terranno un incontro sulla vertenza ambiente.
2 agosto 2008 - Michele Tursi
Emissioni di diossina all'Ilva di Taranto: calo del 36% aggiungendo urea nel processo produttivo. Un risultato atteso ma insufficiente rispetto al limite europeo.
L'immissione sperimentale di urea nel processo produttivo dell'agglomerato nell'Ilva di Taranto abbassa le emissioni di diossina a circa 2,5 ng I-TEQ/Nmc (nanogrammi per metro cubo normalizzato calcolati sulla base dell'Indice di Tossicità Equivalente). Sono ancora troppo alte rispetto al limite "europeo" di 0,4, in Italia già adottato nella regione Friuli Venezia Giulia. Eppure, con le tecnologie oggi disponibili nel mondo, è possibile scendere addirittura sotto il limite di 0,1 adottato per gli inceneritori anche in Italia. Ecco come eliminare quasi del tutto le emissioni di diossina anche dall'impianto di agglomerazione di Taranto.
2 agosto 2008 - Ing. Biagio De Marzo, prof. Alessandro Marescotti
La relazione che la Regione Puglia ha presentato ai Ministri dell’Ambiente e a quello dello Sviluppo Economico evidenzia in maniera molto chiara che non sussistono le condizioni per rilasciare all’ILVA l’AIA.
L’Arpa lancia l’ennesimo allarme sulla massiccia presenza di sostanze inquinanti in atmosfera e sulla loro provenienza: le industrie. Ecco le nuove misure che saranno adottate dall'Arpa: sotto controllo le emissioni diffuse
L’azienda brucia Cdr, ovvero combustibile da rifiuti. Già deciso un secondo test, dal quale dipenderà l’autorizzazione allo smaltimento. La Copersalento «sfora» i limiti di legge del 420 per cento. E la Provincia dispone il blocco dell’attività. Ora gli accertamenti di Palazzo dei Celestini diverranno sistematici
Ieri l’audizione dell’Ilva dinanzi alla Commissione Ecologia. L’azienda ha annunciato una consistente riduzione delle emissioni dell’impianto di agglomerazione.
Come interpretare il ricorso dell'Ilva per impugnare impegni già presi con le istanze pubbliche? E come leggere il Piano per ridurre l'inquinamento ambientale che per quanto riguarda tempi, quantificazione e modalità della riduzione delle emissioni, rimanda tutto alle calende greche?
4 luglio 2008 - Vito Bruno
Perché possiamo sapere se nell'acqua minerale ci sono tracce di stronzio e sulla busta di latte non troviamo nulla sulle tracce di diossina?
Noi pacifisti, se vogliamo cambiare la società, dobbiamo cambiare la percezione della sicurezza e sottolineare l'importanza delle tecnologie della salute rispetto alle tecnologie della morte. Bene, queste tecnologie ci sono. Purtroppo costano. Ma più le invochiamo, più scopriamo quanto è stupido costruire una nuova portaerei.
Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.
Un mini-manuale di azioni pratiche. Ogni piccola azione conta. Più persone conosceranno l'appello, maggiore sarà la pressione dell'opinione pubblica sui decisori politici. La parola d'ordine è #NoEuromissili
La guerra senza quartiere tra il blocco a sostegno di Morales e quello a favore di Arce ha finito per lacerare il partito, i sindacati e i movimenti sociali
Oggi in gioco c’è il rischio di una guerra nucleare sempre più vicina con la decisione della Nato di schierare nuovamente gli euromissili entro il 2026. Siamo all’inizio di un’escalation in quanto la Russia agirà di conseguenza. È responsabilità di ciascuno di noi prendere posizione.
17 luglio 2024 - Domenico Gallo, Fiorella Mannoia, Alessandro Marescotti, mons. Giovanni Ricchiuti, Carlo Rovelli, Alex Zanotelli
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