Faceva freddo. La città era assediata. E in 500, disarmati e coraggiosi, entrarono tra i fuochi e le paure. Tra loro v’era anche don Tonino.
Era l’11 dicembre 1992.
La crisi, l’Europa, la chiusura delle fabbriche, la disoccupazione…
Sono temi con cui ci confrontiamo oggi e che don Tonino leggeva e commentava, con uno sguardo che sapeva andare lontano, oltre 20 anni fa.
Uno scritto di don Tonino di 20 fa ci può aiutare a vivere i nostri giorni, segnati
dallo spread, dalla crisi e da tante analisi, magari difficili da comprendere, e ci indica una strada, davanti ad alcuni dati che riguardano il nostro Paese: 8 milioni di poveri, oltre 36% i giovani senza lavoro.
La coerenza innanzitutto.
Senza la tentazione di rifugiarsi nel privato o nell’indifferenza.
È questa la Chiesa che vogliamo.
È questo il cristiano in cui ci identifichiamo.
Parole di speranza e di coraggio, per vincere la barbarie dell’inciviltà.
Per ritrovare i sassolini giusti per abbattere il gigante.
Con una sola fionda.
Maria, dipinta con poesia nelle parole di don Tonino, è icona del mondo e della fierezza femminile approdati nella Terra promessa.
In nome di tutte le donne, il brano che riportiamo ricorda l’urgenza di liberarsi dalle antiche e nuove condizioni di schiavitù.
Chiesa del Magnificat: ecco cosa servirebbe oggi, per rimettere al centro le beatitudini del Vangelo e ritrovare la santità che viene dai poveri.
E dalle cose belle della vita.
Don Tonino e la guerra: rileggiamo cosa scriveva quando, nel 1991, scoppiava la prima guerra del Golfo. Da allora in poi, il rombo dei motori di guerra in alcune zone del mondo non si è mai spento.
Don Tonino è ancora vivo. E la forza poetica e profetica delle sue parole risuona dentro di noi e ci dà lo slancio per costruire, impastandoli di sogni,
nuovi orizzonti d’impegno.
La politica ha bisogno di un radicale rinnovamento per essere “intesa come maniera esigente di vivere l’impegno umano e cristiano al servizio degli altri”.
Una politica “restituita finalmente alla simpatia della gente”.
Il cuore del libro è un messagggio semplice: non basta dire “no” alla guerra, serve praticare una via diversa. Una via che parta dalla lezione di Gandhi: la nonviolenza come atto costruttivo e non solo oppositivo. Una via seguita dalla Comunità dell’Arca, fondata da Lanza del Vasto.
Quel 1982 era l'alba dell'alfabetizzazione informatica in Italia, in un contesto di grande curiosità verso le nuove tecnologie. L'iniziativa dell'ARCI di Taranto rappresentò un tentativo di abbinare la conoscenza dei computer a una riflessione critica sul ruolo dell'informatica nella società.
L’ingombrante presenza Usa, la dichiarazione dello stato d’assedio a poche ore dal voto, la forza dei gruppi di pressione appartenenti all’oligarchia e ai settori più oltranzisti del cattolicesimo hanno consegnato una dubbia vittoria a Daniel Noboa nel ballottaggio del 13 aprile scorso.
Il 2 aprile 2025, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione “sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024”. C'è da aver paura.
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