al di là del destino politico del timoroso Alfredo Palacio dopo il blocco al TLC che stava negoziando con la Casa Bianca e le sue riforme alla Legge degli Idrocarburi che sono risultate indigeste a George W. Bush, tre scenari si prefigurano nel futuro dell' Ecuador
le forze di polizia hanno represso milgiia di indigeni che cercavano di giungere a Quito per esporre i loro prodotti, che spariranno in conseguenza del TLC con gli USA
il governo mantiene lo stato d'emergenza fino a quando si otterrà la completa pacificazione. Le organizzazioni indigene si riuniranno il 31 marzo per ridefinire le azioni di protesta e continuare la lotta
Jorge Herrera, presidente del "Movimiento Indígena y Campesino" di Cotopaxi, una delle organizzazioni che hanno partecipato attivamente, dal 13 marzo, alle proteste convocate dalla CONAIE ha dichiarato che "le diverse comunità e popolazioni hanno preso una decisione ferma e chiedono al ogverno di non firmare il trattato di Libero Commercio con gli USA perche' non è giusto che per gli interessi di 200 persone si svenda la sovranità economica e politica del paese"
i lavoratori petroliferi delle province di Orellana e Subumbios continuano con gli scioperi e le mobilitazioni che sono state duramente represse. Maestri, studenti, donne e indigeni stanno aderendo al movimento in tutto il paese. Le mobilitazioni denunciano che il governo sta trattando duramente le azioni dei lavoratori petroliferi nelle regioni amazzoniche. Nonostante ciò lo stato di emergenza decretato dal governo in amazzonia non viene tolto e le provincie continuano ad essere militarizzate
Nel testo "La qarta via al potere" Heinz Dieterich prova a comprendere le chiavi della logica del Plan Colombia e del trattato di libero commercio (TLC) andino sattunitense. e per estensioone alla crisi attuale ecuadoriana
una incursione delle forze aeree colombiane nella zona di frontiera ecuadoriana di Barranca Bermeja ha terrorizzato gli abitanti: il governo ecuadoriano parla di un'azione premeditata
mentre in tutta l' america latina si assiste, dal Venezuela al Perù dove il nazionalista Humala è in testa ai sondaggi, alla vittoria delle forsae che si oppongono alla globalizzazione, il governo di Alfredo Palacio continua a erodere pezzi di sovranità nazionale
In questo piccolo paese andino, gli avvenimenti politici sviluppatisi negli ultimi 10 anni sono l'esempio piu' vivo del fallimento delle democrazie latinoamericane basate sui dogmi neoliberisti imposti per quasi 30 anni, che hanno condotto il paese ad essere considerato il terzo paese con maggior disuguaglianza, dopo Brasile e Cile, di tutto il continente
così come è successo in Bolivia, in Ecuador si contesta alle multinazionali petrolifere di portare via la maggior parte dei proventi laaciando nelle zone di prelievo contaminazione ambientale e povertà
Da più di una settimana due province amazzoniche sono in rivolta contro la compagnie petrolifere transnazionali. Azzerata la produzione. L'intervento di «San Hugo» (Chavez). Il presidente Palacio di fronte alla «intifada india»
nonostante lo stato d'mergenza decretato dal presidente Palacio, gli scioperanti mntengono i blocchi nelle province petrolifere di Sucumbíos e Orellana. Nel centro di Sucumbíos i manifestanti non cessano le loro proteste, ma la contrario, escono nelle strade e bloccano le attività commerciali
Sono di particolare importanza i dati di questo studio: “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”
Un mini-manuale di azioni pratiche. Ogni piccola azione conta. Più persone conosceranno l'appello, maggiore sarà la pressione dell'opinione pubblica sui decisori politici. La parola d'ordine è #NoEuromissili
La guerra senza quartiere tra il blocco a sostegno di Morales e quello a favore di Arce ha finito per lacerare il partito, i sindacati e i movimenti sociali
Oggi in gioco c’è il rischio di una guerra nucleare sempre più vicina con la decisione della Nato di schierare nuovamente gli euromissili entro il 2026. Siamo all’inizio di un’escalation in quanto la Russia agirà di conseguenza. È responsabilità di ciascuno di noi prendere posizione.
17 luglio 2024 - Domenico Gallo, Fiorella Mannoia, Alessandro Marescotti, mons. Giovanni Ricchiuti, Carlo Rovelli, Alex Zanotelli
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