Le centinaia di immagini relative alle torture in Iraq dovrebbero stimolare la nostra coscienza ad una profonda riflessione sul valore della vita umana e su quanto la sua misura riesca a costituire un elemento di condivisione culturale planetario.
Reporters Sans Frontiers ha manifestato al Segretario della Difesa Donald Rumsfeld il proprio orrore per le rivelazioni della Reuters sulle torture dei propri collaboratori in Iraq da parte dell'esercito americano.
22 maggio 2004 - Reporters Sans Frontiers -trad. N.di Leonardo
L'Organizzazione Reporters Without Borders richiama alla sicurezza dei giornalisti: un tecnico di Al-Jazeera ammazzato, un cameraman di al-Arabiya arrestato dalle truppe americane ed un corrispondente spagnolo ostaggio dei miliziani a Najaf.
21 maggio 2004 - Reporters sans frontiers - Trad, N.di Leonardo
Il testo dell'esposto presentato da alcuni parlamentari e giuristi democratici perchè la Procura della Repubblica presso il Tribunale Militare di Roma indaghi sul mancato rispetto delle Convenzioni Internazionali in materia di trattamento dei cittadini irakeni fermati dai militari italiani
21 maggio 2004 - Redazione di www.giuristidemocratici.it
Gino Strada rientra, dopo tre settimane, dall'Iraq dove ha cercato di stabilire un contatto e le condizioni che permettessero la liberazione degli italiani in mano ai
guerriglieri iracheni. Emergency ha emesso il seguente comunicato:
Paul Rieckhoff non è un pacifista e non odia la guerra in generale perché è un militare volontario. Ma dopo 10 mesi trascorsi a Baghdad il suo sostegno all'amministrazione Bush non è più così incondizionato. E qualche giorno fa, in un discorso radiofonico, ha espresso tutto il suo disappunto per come la questione Iraq è stata trattata da Washington
La morte di un altro soldato italiano conferma la falsità della guerra umanitaria, costringendoci ad aprire gli occhi sulle bugie con le quali siamo nutriti ogni giorno.
Berlusconi, Frattini, Boniver, Maroni, Martino, Giovanardi, Buttiglione, Pisanu, Bossi, Castelli, Marzano, Prestigiacomo, Tremaglia: tutti avevano ricevuto le comunicazioni di Amnesty International. Il governo parla invece di assenza di informazioni relative alle torture in Iraq.
I carcerieri Usa si fanno beffe anche dei morti: una soldatessa si e' fatta fotografare, sorridente, con la faccia accanto a quella di un cadavere. Tra le foto c'e' anche quella di un prigioniero iracheno, in un lago di sangue, con parte della testa mancante
Protagonista delle sevizie era la polizia irachena, in precedenza addestrata dal nostro contingente. Il colonnello Carmelo Burgio informò la sua catena gerarchica che al ministero della Difesa faceva riferimento. Furono informati il generale Gian Marco Chiarini (e prima di lui il generale Bruno Stano) e il generale Francesco Paolo Spagnuolo.
13 maggio 2004 - Carlo Bonini
Gia' allora si stava preparando un dossier completo per il governi degli Stati Uniti della Gran Bretagna
La corrispondente Rosarita Catani, nell'incredulità generale di tanti giornalisti, scriveva dalla Giordania articoli "fuori dal coro" con informazioni di prima mano. Riferiva di prigionieri di guerra torturati a Nasiriyah: "Ai prigionieri era fatto l'elettroshock. Erano presi nel bel mezzo della notte e molti ritornavano con i denti rotti". Tutte testimonianze che sono confluite nel dossier di Amnesty International.
L'Italia non aveva nessuna intenzione di invadere l'Iraq, ma solo di aiutarlo contro il dittatore. Sono stati gli iracheni a non capire le nostre buone intenzioni ed a costringerci a fare i cattivi.
La realtà che sta inesorabilmente emergendo dalle prigioni irachene non deve sorprenderci: Amnesty International, Human Rights Watch, American Civil Liberties Union denunciano da anni condizioni analoghe nei carceri speciali degli Stati Uniti.
Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.
Un mini-manuale di azioni pratiche. Ogni piccola azione conta. Più persone conosceranno l'appello, maggiore sarà la pressione dell'opinione pubblica sui decisori politici. La parola d'ordine è #NoEuromissili
La guerra senza quartiere tra il blocco a sostegno di Morales e quello a favore di Arce ha finito per lacerare il partito, i sindacati e i movimenti sociali
Oggi in gioco c’è il rischio di una guerra nucleare sempre più vicina con la decisione della Nato di schierare nuovamente gli euromissili entro il 2026. Siamo all’inizio di un’escalation in quanto la Russia agirà di conseguenza. È responsabilità di ciascuno di noi prendere posizione.
17 luglio 2024 - Domenico Gallo, Fiorella Mannoia, Alessandro Marescotti, mons. Giovanni Ricchiuti, Carlo Rovelli, Alex Zanotelli
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