In Iraq i nemici degli ezidi sono tanti. non solo Daesh, né solo gli Usa. apriamo una finestra su una delle tante minoranze etniche dimenticate dall'umanità e abbandonate ai loro genocidi.
Prima di inviare altri uomini italiani in Iraq, ricostruiamo la grande tragedia subita dal popolo iracheno. Una storia che ha inizio il 17 gennaio 1991.
L’articolo di pag. 28-29-30 del numero di gennaio di Mosaico di pace, con intervista Luciana Castellina e Tonio Dell’Olio, a cura di Fabrizio Truini, prosegue in questa pagina.
Relazione svolta nel corso del seminario dell’associazione di Amicizia Italia-Iraq. L’Iraq agli iracheni, “La tragedia irachena: quale risposta dalle donne e dalla società”, a Roma il 21- 22 aprile 2015
Il popolo curdo consapevole di avere vissuto una pace provvisoria. La minoranza yazida memore di innumerevoli persecuzioni nel passato. La storia sembra ripetersi ma questa volta il rischio di sconvolgimenti permanenti nei popoli della regione è tragicamente reale.
Ancora una guerra in Iraq! Ma questa volta niente allarmismi. Governo e stampa non cercano di venderci un intervento italiano, anzi, ne parlano appena appena. Come mai? Da una tavola rotonda ISPI dell'7 luglio a Roma (Centro Studi Americani) forse la risposta.
Per ottenere la sua libertà, il co-fondatore del sito WikiLeaks sarebbe sceso a patti? Piuttosto ha fatto scendere a patti la super potenza statunitense.
Gli elementi raccolti suggeriscono che la narrazione di Piazza Maidan come una rivoluzione non violenta è incompleta e fuorviante. Occorre un'indagine più approfondita per comprendere meglio le dinamiche e i responsabili di quegli eventi drammatici in Ucraina.
"Era un pacifista che, nei momenti in cui trionfava la via armata, insisteva che la via era la pace e la democrazia. Oggi Salvador Allende è una figura mondiale al pari di Martin Luther King, Mahatma Gandhi e altri che 'in nome dell’amore' per l’umanità furono assassinati dai mercanti di morte".
La magistratura condanna il governo italiano per il fermo illegale della nave di soccorso della Ong. Il giudice stabilisce che la Humanity ha agito in conformità al diritto internazionale soccorrendo i migranti in mare e che la Libia non è un porto sicuro per i migranti.
La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.
Sociale.network