Jalal Talabani non è stato soltanto, fino al 2014, il Presidente della Repubblica dell’Iraq. E’ stato il garante istituzionale di un Paese nato esattamente un secolo fa.
E’ trascorsa una settimana dal Referendum - così a lungo atteso - per l’indipendenza del Kurdistan Iracheno. Oggi la notizia della morte di Jalal Talabani. I due eventi, casualmente così ravvicinati, sembrano concatenarsi in una sequenza simbolica di passaggio di testimone.
4 ottobre 2017 - Andrea Misuri
Il presidente iracheno dal 17 dicembre scorso è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Baghdad. Era stato operato al cuore negli Usa nel 2008 e il 17 settembre era rientrato in Iraq dopo essere stato tre mesi in cura in Germania.
In occasione delle ultime elezioni politiche, nella primavera di due anni fa, alle prime ombre della sera Sulaimaniya si trasformava. Nel frastuono dei clacson e delle musiche a tutto volume delle auto, migliaia di giovani si riversavano nel centro cittadino. Una scenografia accattivante, che faceva quei giovani partecipi di un progetto comune. Un coinvolgimento più simile a quello di chi aveva vent’anni nel nostro ultimo dopoguerra che a un giovane dell’Europa attuale, stressata tra spread e default. Ecco, questa è l’altra immagine che mi viene alla mente. La voglia di partecipazione e la scoperta della ritrovata possibilità di scegliere, che univa quei giovani. Protagonisti del proprio futuro.
E’ questo il patrimonio di valori e speranze che Jalal Talabani ha saputo trasmettere al proprio popolo.
Entrambe le potenze stanno potenziando i propri arsenali, aumentando la centralità delle armi nucleari nelle rispettive politiche di sicurezza, in un contesto internazionale che sembra proiettato verso una nuova corsa agli armamenti.
Dopo la conferma della sua condanna a cinque anni di reclusione per "giustificazione del terrorismo", il sociologo è stato trasferito in una colonia penale, dove sta scontando la pena. E' stato incarcerato per un'accusa di "giustificazione del terrorismo".
Al gigante tecnologico statunitense Apple è stato imposto di rimuovere le app di Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL) dall'App Store russo. Questo atto ha sollevato interrogativi sul comportamento di Apple e sulla sua volontà di conformarsi alle richieste del governo russo.
Il viaggio italiano di Eszter Koranyi e Rana Salman, co-direttrici dell’organizzazione pacifista Combattenti per la Pace, è proseguito a Torino dopo le tappe Milanesi di venerdì e sabato mattina.
Emozionante e partecipatissimo il debutto milanese del tour italiano delle co-direttrici di Combattenti per la pace, la sera di venerdì 15 novembre nel co-housing Base Gaia e la mattina di sabato 16 alla Casa delle Donne.
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