Di fronte all'intervento militare in Libia, è necessario riflettere sull'efficacia delle azioni militari da parte delle democrazie liberali in situazioni di emergenza umanitaria.
Nel 1989 il direttore della CIA William Webster aveva accusato paesi europei di aver svolto un ruolo cruciale nello sviluppo di armi chimiche non solo in Libia, ma anche in Iran, Iraq e Siria.
E' in corso una battaglia politica che provoca con la guerra più danni della causa che l'ha scatenata. Al centro vi è per l'accaparramento delle risorse energetiche, petrolio e gas, nonchè dei minerali primo fra tutti l'uranio.
Al momento in cui scriviamo non ci sono prove definitive che siano state utilizzate munizioni all'uranio impoverito da parte della coalizione statunitense, britannica, francese e italiana nel conflitto libico. Tuttavia esiste la possibilità che vengano utilizzate e ICBUW ricorda ai belligeranti gli obblighi imposti dal diritto internazionale umanitario.
22 marzo 2011 - International Coalition to Ban Uranium Weapons
Sul perché condanniamo l'intervento, non firmiamo appelli, cerchiamo di capire e lavoriamo per fare della Marcia Perugia-Assisi un'occasione di crescita nonviolenta per tutto il movimento pacifista
Volentieri dedichiamo lo spazio di questa rubrica al comunicato del Presidente di Pax Christi sulla crisi in Libia che è crisi della politica e delle nostre coscienze.
Questa guerra azzera il "risorgimento" delle popolazioni e consente alle potenze vincitrici di scegliersi gli interlocutori e di costituire regimi accomodanti in grado di garantire le risorse energetiche con opportunismo e obbedienza. Compito urgente è quello di chiedere la fine dei raid e l'attuazione della risoluzione Onu per quella che è l'unica legittima finalità per cui è stata richiesta: la protezione della vita di persone che rivendicano libertà e democrazia.
I motivi possibili di un attacco, presentato ancora una volta come umanitario, che minaccia di tradursi in un disastro di lungo periodo, alle porte di una Europa che rischia di pagare un conto elevatissimo.
20 marzo 2011 - Carlo Ruta
La Risoluzione n. 1973 (2011) del Consiglio di Sicurezza che autorizza l'uso della forza
E' ora vietato "il decollo, l'atterraggio e il sorvolo nel territorio libico di velivoli registrati in Libia o gestiti da cittadini o compagnie libiche'. La sola eccezione è per voli a scopo umanitario. L'ONU ha deciso di autorizzare l'uso della forza militare con l'obiettivo primario di proteggere la popolazione escludendo categoricamente il dispiegamento di "una forza di occupazione straniera di qualsiasi forma e in qualsiasi parte del territorio libico".
19 marzo 2011 - Antonio Papisca
I mercenari stanno reprimendo nel sangue la rivolta iniziata il 15 febbraio. Quella di Gheddafi è una guerra che va fermata
Chi interviene non deve avere secondi fini (tipo garantirsi il controllo delle risorse naturali di un paese) ma un solo obiettivo: proteggere la popolazione, difendere i diritti umani, impedire il massacro di civili innocenti. A questo scopo è stata costituita sessantasei anni fa l'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Un nuovo, ennesimo lutto ricorda agli italiani la terribile quotidiana realtà di guerra e di morte dell'Afghanistan. Ma non si vuol uscire dal cieco vicolo, passando la parola alle armi anche in Libia.
Il Tour delle co-direttrici di “Combatants for Peace”, l’Israelo-Ungherese Eszter Koranyi e la Palestinese di Betlemme Rana Salman è giunto nel pomeriggio di lunedì 18 novembre a Roma, agli Spin Time Labs di via Santa Croce in Gerusalemme 55.
C'è tecnologia italiana nei missili Storm Shadow che colpiscono la Russia. Gli ATACMS usano il sistema M-code e necessitano di personale USA. Dal coinvolgimento indiretto siamo passati al conflitto militare diretto e anche l'Italia è coinvolta con proprie tecnologie. Ma la Meloni lo sa?
Entrambe le potenze stanno potenziando i propri arsenali, aumentando la centralità delle armi nucleari nelle rispettive politiche di sicurezza, in un contesto internazionale che sembra proiettato verso una nuova corsa agli armamenti.
Dopo la conferma della sua condanna a cinque anni di reclusione per "giustificazione del terrorismo", il sociologo è stato trasferito in una colonia penale, dove sta scontando la pena. E' stato incarcerato per un'accusa di "giustificazione del terrorismo".
Al gigante tecnologico statunitense Apple è stato imposto di rimuovere le app di Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL) dall'App Store russo. Questo atto ha sollevato interrogativi sul comportamento di Apple e sulla sua volontà di conformarsi alle richieste del governo russo.
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