La proposta di legge durante questi anni è stata supportata dalle tante organizzazioni che sono costantemente impegnate nella difesa dei diritti umani, del disarmo umanitario e della difesa delle popolazioni civili
Messaggio del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon per la Giornata Internazionale per la Sensibilizzazione sulle Mine e l’Assistenza nell’Azione contro le Mine - 4 Aprile 2011
Al summit di Cartagena si rafforza una riflessione su questi pericolosi ordigni e si attende la firma alla Convenzione di Ottawa dei 14 Paesi mancanti.
Cresce il numero delle vittime delle mine antipersona. Calano i fondi per lo sminamento. A sette anni dall’entrata in vigore del trattato di Ottawa, la lista nera delle mancate ratifiche. Mentre si attende una parola sulle bombe a grappolo.
Le mine uccidono anche dopo le guerre. Toglierle è impegno di tutti. Anche del nostro Paese. Che anno dopo anno però riduce i soldi. Come emerge dalla relazione governativa sul Fondo per lo Sminamento Umanitario.
Il coordinamento della sotto-commissione di assistenza e reinserimento per le vittime delle mine, sostiene che le tecniche utilizzate nel paese sono antiquate
È inaccettabile. Per il diritto internazionale umanitario, per la Convenzione di Ginevra, per la coscienza civile di chi ancora ritiene che esista una soglia oltre la quale l’orrore non possa essere normalizzato. Il targeting di ambulanze, anche solo in presenza di un dubbio, è un crimine.
Ben 7 miliardi per l'acquisto di venticinque nuovi F-35. Contro questo piano di spreco del denaro pubblico e contro il piano di riarmo europeo a Bari sono scese in piazza tante persone e tante realtà associative.
Alle origini della nascita delle organizzazioni dei medici antinucleari. Dal lavoro di ripercorso storico nelle vicende della Guerra Fredda alla creazione di una mostra multimediale alla Countway Library of Medicine dell'Università di Harvard.
Oltre cento sigle associative e nove amministrazioni comunali hanno fatto propria questa mobilitazione per la pace. Il messaggio al centro della mobilitazione è chiaro: "Il piano di riarmo europeo rappresenta una minaccia alla pace e comporterà conseguenze negative per i prossimi decenni".
Il modello economico e produttivo di Taranto è nato in un’epoca in cui lo “sviluppo” era sinonimo di grande industria, produzione e occupazione. Ma nel tempo questo modello si è scontrato con nuovi paradigmi: la tutela dell’ambiente, della salute e dei diritti delle comunità locali.
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