In questo libro un uomo, un uomo solo, narra una tragica vicenda. Una scelta, una decisione che segnano la vita. Uno spartiacque tra la barbarie, il terrore, l'oscurantismo e il desiderio di pace per un futuro diverso.
Quest'uomo, sessant'anni dopo, decide di consegnare alla storia il proprio racconto, in una testimonianza lucida, pacata, commossa, priva di rimorso, di rancore, di vendetta. Una testimonianza che vuole raccontare in termini incisivi la realtà terrificante delle deportazioni nazifasciste di militari italiani dopo l’Armistizio. Il protagonista della vicenda è Silvano Lippi.
Il cuore del libro è un messagggio semplice: non basta dire “no” alla guerra, serve praticare una via diversa. Una via che parta dalla lezione di Gandhi: la nonviolenza come atto costruttivo e non solo oppositivo. Una via seguita dalla Comunità dell’Arca, fondata da Lanza del Vasto.
Quel 1982 era l'alba dell'alfabetizzazione informatica in Italia, in un contesto di grande curiosità verso le nuove tecnologie. L'iniziativa dell'ARCI di Taranto rappresentò un tentativo di abbinare la conoscenza dei computer a una riflessione critica sul ruolo dell'informatica nella società.
L’ingombrante presenza Usa, la dichiarazione dello stato d’assedio a poche ore dal voto, la forza dei gruppi di pressione appartenenti all’oligarchia e ai settori più oltranzisti del cattolicesimo hanno consegnato una dubbia vittoria a Daniel Noboa nel ballottaggio del 13 aprile scorso.
Il 2 aprile 2025, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione “sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024”. C'è da aver paura.
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