Quel giovane di 22 anni che ho portato per sempre nel mio cuore
Quando fin da giovane ho pensato alla politica, ho avuto nella mente mio padre. Quel giovane di 22 anni che l'8 settembre 1943 fu arrestato a Cremona dai tedeschi e che stava per rassegnarsi a finire in campo di concentramento.
Ho sempre pensato alla sua fuga spericolata e disperata, a perdifiato verso la libertà. Bollato, come migliaia di altri italiani, come "disertore" dai fascisti della Repubblica Sociale di Salo', ha dovuto nascondersi durante i rastrellamenti. Notti da incubo, con addosso la paura di essere scoperto e arrestato nel sonno, di sorpresa, e fucilato.
Lui ha fatto parte di quella storia in cui la politica coincideva con la lotta per la libertà.
Ho sempre avuto in mente un'idea di politica in cui si può rischiare tutto, anche la vita, per un bene più alto. E quando vedo la politica ridotta a mercanteggiamento, in questo rivivo l'immagine di mio padre che muore.
Lui, durante tutta la vita, ha presidiato la pulizia della mia anima, mi ha fatto capire cosa signifiva vivere per un ideale.
Pur essendo lui prudente non mi ha mai consigliato la prudenza. E nelle ultime settimane che mi parlava, con un filo di voce, lo sentivo bisbigliare quei nomi: "Pertini, Calamandrei..."
Negli ultimi giorni di vita ho potuto raccontargli della mia testimonianza al processo ILVA: "Una testimonianza morale", mi ha detto.
Pochi giorni prima di morire ha potuto prendere in mano il libro "Antifascismo e nonviolenza" in cui avevo scritto sei pagine su di lui. Mi ha visto felice e ha sussurrato: "E' bello vedere un altro felice".
In quelle pagine ho cercato di localizzare l'impronta che mio padre ha lasciato in me.
Ne riporto un frammento.
"Mio padre ha fatto parte di quella vasta schiera di persone che ha partecipato alla Resistenza in modo nonviolento, sostenendo la non collaborazione all'occupazione nazifascista, diventandone parte attiva. Ha collaborato con la Resistenza perché l'Italia uscisse dal fascismo e dalla guerra. E mi ha trasmesso i valori ideali di quella lotta fin da ragazzo, in maniera non ideologica ma con una "pedagogia attiva". Era infatti maestro di scuola elementare. Quando mi vide abbastanza pronto, mi portò dai suoi compagni di lotta per raccogliere le loro storie. Nacque il libro "Protagonisti raccontano", che io battevo a macchina e mia sorella Marinella, più piccola di me, abbelliva con alcuni disegni. Avevo quindici-sedici anni. Era il 1973-1974 e nell'Italia c'era una forte tensione, l'avanzata del Msi lo preoccupava, era in atto la strategia stragista. Per la prima volta partecipai con lui ad una manifestazione di piazza dopo una strage su un treno. Capii che stavamo idealmente dalla stessa parte.
Un giorno il mio preside, un tipo vecchio stampo, entrò in classe e mi riproverò di fronte a tutti - professoressa compresa - che avevo fatto inserire la parola "antifascismo" nella delibera dell'assemblea. Avevo diciassette anni e pensai subito a mio padre, ai suoi compagni di lotta che avevamo intervistato, mentre il mio preside sbraitava contro associando la Resistenza alle Brigate Rosse. A quel punto non ci vidi più e gli gridai: "Come si permette! Mio padre ha partecipato alla Resistenza antifascista!" L'episodio fece il giro della scuola, nessuno aveva mai alzato la voce contro il preside. Arrivò il giorno in cui il preside doveva premiare gli studenti che avevano preso la media dell'8 e oltre. Non andai a ritirare il premio. Ecco, ho avuto mio padre dentro di me come guida in quei momenti".
Articoli correlati
- Archivio della memoria
Luciano Marescotti racconta la sua vita
Nato nel 1921 a Voltana, una frazione di Lugo di Romagna, partecipa alla Resistenza nelle Brigate Garibaldi. In questo video ha 94 anni e traccia i momenti essenziali della sua vita ricordando l'impegno e il sacrificio di chi ha lottato per un mondo migliore.12 agosto 2021 - Archivio Luciano Marescotti - Ultima lettera di un partigiano
"Caro papà, il nostro lavoro comincia dopo la guerra"
Se c'è una cosa che ci ha dato l'identità nella giovinezza, questa è stata la Resistenza. Un'identità declinata in tanti modi, e che oggi vogliamo orientare verso ciò che tante donne e tanti uomini allora sognarono fino allo stremo: la fine della guerra, la pace.25 aprile 2021 - Alessandro Marescotti - Per ricordare chi ha partecipato alla Resistenza
A cento anni dalla nascita di Luciano Marescotti
In questo video parlano i compagni di Voltana, il paese della bassa Romagna in cui è vissuto e ha operato Luciano, e varie ANPI italiane. Legami formati nel tempo e che si rinnovano nella memoria di ci ha lasciato con ciò che di positivo ha fatto.24 aprile 2021 - Alessandro e Marinella Marescotti - A cento anni dalla nascita di Luciano Marescotti
Testimoniare la Resistenza, condividere la memoria
Il 17 febbraio, alle ore 20.30, ci incontreremo online e ci sarà un recital. Sarà un momento per riannodare i fili della memoria e delle tante amicizie nate sul ricordo della Resistenza a cui Luciano Marescotti ha partecipato.31 gennaio 2021 - Alessandro e Marinella Marescotti
Sociale.network