Letterina
Un'amica che porta sempre sciarpe o foulard per coprirsi la gola mi ha portato alla memoria un episodio legato alla capacità di papà di essere maestro.
La mia laurea è stata il frutto di un intero anno scolastico vissuto in una quarta elementare di una scuola di periferia, nel quartiere CEP Salinella di Taranto, al fianco della maestra Liliana. Da lei ho imparato moltissimo, in primis la lettura dei gesti e dei comportamenti.
Una bambina diversamente abile, G., si toccava sempre la gola mentre parlava. Liliana diceva che sentire le vibrazioni della propria voce, attraverso il contatto dita-gola, le dava consapevolezza di sentirsi e di esserci. La rassicurava.
Non sapevo come relazionarmi con G., a malapena leggeva e scriveva frasi semplici. Lei, però, aveva visto e giocato qualche volta con papà. Lui era stato maestro di quella scuola e, ormai in pensione, aveva parlato con il direttore didattico per la mia tesi sperimentale e fatto visita in classe alla maestra Liliana che mi avrebbe ospitata.
G. aveva captato il campo energetico attrattivo di papà e mi chiedeva sempre di salutarlo. Divenne quello il nostro gioco didattico e il mio modo di relazionarmi con lei: "Gli vuoi scrivere tu una letterina? Così lo saluti personalmente."
Ogni giorno una letterina...
Appena arrivavo, G. mi veniva incontro per la letterina.
Nella mia tesi c'è un capitolo ad hoc e in qualche cartellina un fiume di letterine.
Un giorno le ritroverò.
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