Solidarietà a Turi Vaccaro che ha distrutto i comandi di due bombardieri nucleari
Il 27 ottobre Turi Vaccaro, noto non-violento italiano, è stato condannato dal Tribunale di Breda (Olanda) a sei mesi di carcere e 750.000 $ di ammenda scontabili con dodici mesi aggiuntivi di detenzione.
Così è stata punita l’azione compiuta da Turi Vaccaro il 10 agosto, nel sessantesimo anniversario della bomba atomica su Hiroshima - Nagasaki (6-9 Agosto 1945).
Quel giorno Turi era penetrato (non si sa bene come) nella base Nato di Woensdrecht e successivamente nell’angar dell’aeroporto dove danneggiò due arerei F16 capacitati a trasportare bombe atomiche. Turi, aveva rotto con un martello i comandi dei due aerei per un danno calcolato di circa 5 milioni di euro. Tutto era stato studiato con la massima precisione: la data prescelta, il martello comperato ad Assisi, la base militare che ospita 20 testate nucleari.
Turi, che ha oggi 52 anni, noto in Italia come attivista non–violento dai tempi di Comiso, per ragioni di lavoro si era recato in Olanda dove aveva sposato Emie Efker e ha avuto una figlia ora quindicenne. Lungo l’estate scorsa è stato mio ospite al Rione Sanità (Napoli) e mi aveva messo al corrente di quello che stava preparando: un azione non-violenta che si ispirava a simili gesti compiuti da suore e preti USA (ricordiamo i fratelli Berrigan e la suora Rosemary Lynch nonché le tre suore domenicane ancora in carcere). E’ il cosiddetto movimento non-violento Peonghshares che negli anni ottanta e novanta ha portato avanti azioni analoghe soprattutto contro basi militari atomiche negli USA. Chi compie queste azioni le compie contro strutture militari mai contro persone in maniera sempre non-violenta e accettando di pagarne le conseguenze (carcere o altro).
Turi è stato subito arrestato e poi tenuto in carcere dove ha iniziato uno sciopero della fame. Il 1 settembre è stato portato davanti ad un tribunale olandese a Breda (Olanda). L’avvocato difensore M. Sterling aveva sostenuto che Turi aveva agito per “legittima difesa” contro l’illegalità delle armi nucleari che sono armi di distruzione di massa e quindi violano i trattati internazionali.
La corte olandese ha invece trattato tale azione come un atto di “vandalismo” e gli ha inflitto una pesante condanna.
Questa splendida e profetica azione non-violenta da parte di Turi cade nel vuoto quasi totale in un Europa che sembra abbia dimenticato tutto il proprio impegno contro le armi atomiche. Infatti il gesto di Turi è stato circondato dal silenzio non solo dei media ma anche del movimento non-violento e del popolo della pace. Capisco il silenzio della grande stampa ma non capisco questo silenzio anche nel movimento per la pace.
L’atto coraggioso di Turi viene a riproporre con forza il problema delle armi nucleari, della proliferazione atomica e del rischio concreto di guerra atomica che oggi – a detta del fisico Angelo Baracca – è più grave di quanto non lo fosse negli anni della guerra fredda, gli anni dell’equilibrio del terrore.
Purtroppo i venti soffiano in ben altra direzione. Infatti il 27 maggio le nazioni convocate dall’ONU per trattare il problema del nucleare non sono riuscite a raggiungere alcun accordo per cui è crollato il trattato di non proliferazione atomica. Oggi si è tornati alla sperimentazione atomica, al riarmo nucleare…
Mai come oggi il mondo vive sotto la minaccia nucleare che potrebbe spazzare via l’intero pianeta. I tecnici ci dicono che abbiamo armi nucleari da far altare il mondo quattro volte per aria. Questa consapevolezza ci porta oggi a riproporre in termini radicali la Campagna per l’abolizione totale delle armi nucleari partendo dalla rimozione di tutte le testate schierate sul nostro territorio (si tratta di almeno ottanta testate atomiche).
Noi chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore la sopravvivenza della specie umana e della natura che si coordinino per progettare e organizzare una nuova grande campagna per realizzare l’obiettivo della denuclearizzazione.
Turi Vaccaro ci ha donato uno splendido esempio di coraggio civico e di profezia evangelica. Non lo possiamo lasciare solo. Chiedo che venga rimesso in libertà perché lo ha fatto per renderci coscienti della gravità del momento che viviamo. Si tratta di morte o di vita per tutti soprattutto ora che si profila un altro scontro con Teheran sul nucleare.
Noi onoreremo la memoria di Turi solo se ci impegneremo a mobilitarci tutti contro le testate nucleari. E il suo gesto impegna in particolare le chiese cristiane a fare un passo in avanti e a dichiarare le armi atomiche “peccato”.
“La bomba nucleare è la cosa più antidemocratica, anti-nazionale, antiumana e apertamente malvagia che l’uomo abbia mai creato – scrive Arundathi Roy – se siete religiosi ricordate che, questa bomba è la sfida dell’Uomo a Dio. La sfida è formulata in modo molto semplice: Noi abbiamo il potere di distruggere tutto ciò che Tu hai creato. Se non siete religiosi, considerate le cose in questo modo: il nostro mondo è vecchio di 4600 milioni di anni. E potrebbe finire nel giro di un pomeriggio.”
Non è lontano da quanto ci aveva detto nella Pacem in Terris quel saggio uomo di Dio, Giovanni XXIII: “Nell’era nucleare, la guerra è follia”.
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