Zanotelli: acqua pubblica è agli sgoccioli Come si privatizza un bene comune
Caro direttore, è stato uno choc per me sentire che al Senato, il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua. Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società, mediante il rinvio a gara, entro il 31 dicembre 2010. Quella legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo:
a) l’affidamento della gestione dei servizi idrici a favore di imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata), con capitale privato non inferiore al 40%;
b) cessazione degli affidamenti «in house» a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011. Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il Pd, che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto nella persona del senatore Bubbico, un emendamento-compromesso: l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica.
Questa proposta, fatta solo per salvarsi la faccia, passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (Pd e IdV), vota contro il decreto-legge. E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi insieme all’aria! È la capitolazione del potere politico ai potentati economico-finanziari. La politica è finita! È il trionfo del mercato, del profitto. È la fine della democrazia. Per questo dobbiamo denunciare con forza: 1) il governo Berlusconi che, con questo voto al Senato, ora privatizza tutti i rubinetti d’Italia; 2) il partito di opposizione, il Pd, che continua a nicchiare sulla privatizzazione dell’acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione); 3) tutta l’opposizione, per non aver portato un problema così grave all’attenzione dell’opinione pubblica. Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo decreto o tolgano l’acqua dal decreto. E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione della Camera. Si parla che il decreto potrebbe essere votato il 16 novembre.
Chiediamo alle Regioni di: 1) impugnare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto Fitto-Calderoli; 2) varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico. E ai Comuni di: 1) indire Consigli comunali monotematici sull’acqua; 2) dichiarare l’acqua bene di non rilevanza economica; 3) fare la scelta dell’Azienda pubblica speciale per la gestione delle proprie acque. Questa opzione, a detta di molti avvocati e giuristi, è possibile anche con l’attuale legislazione. Si tratta praticamente di ritornare alle vecchie municipalizzate. L’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è un diritto fondamentale umano. Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove l’acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima. Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché «sorella acqua », fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato. Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di morti per sete.
Alex Zanotelli
12 novembre 2009
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