Dal Ghetto di Chicago vi scriviamo...
Chicago, 30 Ottobre 2003
Carissimi,
What’s up? (e’ questo il tipico saluto dei giovani del nostro ghetto)
Vi scriviamo da Chicago, cuore finanziario dell’America e del mondo. La Chicago dei grattacieli e dei palazzi svettanti verso il cielo, illuminati a giorno nelle fredde notti autunnali e che solo intravediamo dai ghetti neri del West Side e del South Side che circondano, come corona di spine, la regina del Midwest. Citta’ delle grandi contraddizioni: ricchezza e povertà fianco a fianco, società multietnica e spaventosa segregazione razziale…
Abbiamo vissuto alcuni giorni insieme nel cuore del West Side, un immenso ghetto (900.000 abitanti) vicino al centro di Chicago. Un ghetto nero (non si vedono bianchi qui!), un ghetto degradato, un ghetto violento (circa 400 morti per violenza lo scorso anno). Siamo stati insieme al “Peace Corner”, un piccolo centro (alcune stanze) dove i giovani Africano-Americani possono trovarsi per giocare, parlare, impegnarsi…Uno spazio vitale dove questi giovanotti neri, segregati ed emarginati, possono sentirsi accolti, benvenuti, amati…Ognuno di loro viene da tragiche storie di violenza, carcere, droga, abusi sessuali…
E’ questo il luogo giusto dove Esserci come missionari nel Nord del mondo. (Tra l’altro il 70% di questa gente non ha nulla a che fare con chiese e religioni: vera missione Ad Gentes!)
Un’esperienza questa, iniziata nel gennaio 2002 che ha l’appoggio convinto della provincia del Nord America. Ma purtroppo Maurizio e’ ancora solo: ha bisogno di un compagno, perchè sia una comunità comboniana inserita-incarnata nel cuore del ghetto.
E’ dovere dei missionari che vivono nel Nord del mondo essere presenti nelle situazioni di povertà e di emarginazione nei grandi agglomerati urbani. Ecco perchè Maurizio è qui ed ecco perchè Alex e Fernando Madaschi hanno deciso di vivere nel cuore degradato della vecchia Napoli.
Tutto questo è in sintonia con quanto è emerso nel capitolo generale che si è appena concluso.
Questo significa per i missionari tenere in seria considerazione il processo di urbanizzazione che porterà la maggior parte della popolazione mondiale a vivere in enormi megalopoli, sia a Nord come a Sud del pianeta. Ecco perchè inserimenti come quello della comunita’ nel “Guasmo” di Guayaquil (Ecuador), l’impegno di P. Saverio Paolillo nei ghetti di Sao Paulo, Brasile, e di P. Daniele Moschetti a Korogocho, Nairobi, diventano significativi per la missione comboniana del futuro.
Lo diventano ancora di più dopo la pubblicazione dello scorso 6 ottobre del rapporto ONU-Habitat sugli insediamenti urbani (The Challenge of the Slums: global report on Human Settlements 2003). Una vera bomba! Il rapporto ONU (il più completo su questo argomento) afferma che circa un miliardo di persone, un sesto della popolazione mondiale, vive oggi in baraccopoli (slums, favelas, barrios, bidonville, ghetti). La proporzione tra baraccati e popolazione urbana e’ del del 71% in Africa, 59% in Asia Centro Sud, 36% in Asia Orientale, 33% in Asia occidentale e 32% in America latina. Mentre 54 milioni di persone vivono nei ghetti urbani del Nord del mondo.
Sempre secondo lo stesso rapporto ONU entro il 2050 su una popolazione mondiale di 8 miliardi di persone, 6 miliardi vivranno nelle grandi megalopoli e di questi, 3 miliardi e mezzo vivranno in spaventose baraccopoli: E’ la baraccopolizzazione del mondo!
“Dovremmo tutti vergognarci di avere questi ghetti non pianificati nelle nostre città” ha affermato la dott. Tibaijuka direttore generale di Habitat a Nairobi, presentando il rapporto.
Questi dati devono portare noi missionari a inforcare decisamente la strada della priorità della missione urbana. Ancora oggi buona parte dei missionari sono impegnati in zone rurali, per di più in parrocchie, mentre il mondo diventa sempre più urbano. Nonostante il nostro capitolo appena terminato non abbia accettato la priorità della missione nelle grandi città sarà la storia a forzarci la mano, che ci piaccia o meno.
Ecco perchè riteniamo importante rilanciare dal cuore di Chicago, una delle megalopoli del Nord, questa priorità. Anche nel Nord del Mondo dove noi missionari ritorniamo per fare animazione missionaria (missione globale), siamo chiamati a condividere le sorti dei poveri ed emarginati nei ghetti delle grandi città.
E con ancora più forza riaffermiamo l’importanza di essere presenti nelle periferie urbane delle grandi città del Sud con comunità di inserimento. Insieme con il capitolo appena terminato chiediamo a tutti di sostenere questi nostri confratelli che hanno fatto la scelta di vivere “dal di dentro” questo cammino con i baraccati. E chiediamo che questo avvenga come comunità comboniana. Non e’ giusto che Saverio Paolillo, Maurizio Binaghi e Daniele Moschetti siano ancora soli.
Facciamo nostro l’appello che P. Daniele Moschetti, con l’appoggio di P. Pierli, ha lanciato al capitolo:
- "che si riaffermi la priorità della presenza negli slums e nelle città africane nel prossimo sessennio
- che vi sia un aumento di personale motivato e formato in precedenza in modo che nessuno lavori negli slums o nell’apostolato urbano da solo e abbandonato a se stesso.
- suggeriamo un investimento di fratelli comboniani nell’apostolato delle baraccopoli per accompagnare la sua dimensione sociale .”
E facciamo nostro anche l’appello al capitolo degli scolastici di Lima che propongono che: “Il consiglio generale promuova una politica di inserzione nel momento delle destinazioni e che in dialogo con la provincia pronta o aperta ad una comunità di inserzione vi assegni due o tre confratelli che vogliono vivere con quello stile di vita.”
In sintonia con quanto detto dall’ultimo Capitolo Generale chiediamo che il consiglio generale e i consigli provinciali lavorino insieme per favorire la nascita di tali comunità.
- Chiediamo che coloro che sono coinvolti in queste esperienze si tengano in stretto contatto epistolare, E-mail… per mutuo sostegno e per scambio di esperienze.
- Proponiamo che ogni due anni coloro che lavorano nelle periferie possano incontrarsi sotto l’auspicio del segretario generale dell’Evangelizzazione e dell’assistente generale incaricato ma soprattutto del provinciale coordinatore continentale.
Dal ghetto del West Side di Chicago (più Africa di qui non si potrebbe vedere), lanciamo questo messaggio nella speranza che aiuti a promuovere la presenza comboniana in mezzo a queste drammatiche realtà umane e urbane.
Non e’ facile per noi imboccare questa strada (non e’ stato facile ingoiarla anche in capitolo) ma il Dio dei poveri ci apostrofa come ha fatto con Giona:
“Giona, alzati, va a Ninive la grande città e in essa proclama…”
Se non lo faremo saremmo obbligati dalla storia (la tempesta!) ad andarci e il Signore non si stanchera’ di ripeterci per la seconda volta:
“Giona, alzati, va a Ninive la grande città e annuncia loro quanto ti dirò!”
Ormai non ci resta che andare.
Dal ghetto del West Side, da Chicago, cuore dell’impero finanziario mondiale:
God bless you!
Alex Zanotelli
Maurizio Binaghi
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