Alex Zanotelli

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Korogocho 15.6.2001

Pardre Alex ritira la sua adesione a Transfair!

15 giugno 2001
Alex Zanotelli

Caro Direttore, Jambo! E' da tempo che dovevo scrivere questa lettera, ma mi è stato impossibile, dato gli impegni quotidiani a Korogocho. Sono oltre sei mesi che un primo abbozzo di lettera giaceva qui sul mio tavolo, per questo chiedo scusa a te ed agli amici ai quali l'avevo promesso.
Due anni fa avevo scritto al tuo predecessore chiedendo che il mio nome fosse tolto da Transfair. La vostra reazione (30/7/99) è stata piuttosto dura, mi avete scritto che eravate "molto amareggiati" e che non era giusto da parte mia uscire da Transfair senza aver prima avuto la possibilità di parlare faccia a faccia. Accettai la vostra proposta.
Il 5 ottobre scorso a Bologna abbiamo avuto la gioia di un incontro comune tra i rappresentanti di Commercio Equo e Transfair. I rappresentanti del Commercio Equo e Solidale (CES) hanno affermato, a chiare lettere, che la via battuta da Transfair non era consona con il CES, non seguiva i parametri del CES. Per assicurarsi che Transfair seguisse le regole del commercio equo, i rappresentanti del CES sostenevano l'importanza di avere la maggioranza assoluta nel direttivo Transfair. A me sembrava chiedere troppo! Questo proprio nel momento in cui si arrivava ad un codice di condotta che Transfair prometteva di seguire fedelmente.
Purtroppo nulla di ciò fu eseguito. Nonostante le belle parole, Transfair ha continuato per la sua strada, per cui la situazione è di molto peggiorata.

Alcuni segnali sono stati:

  1. I consiglieri del CES non hanno accettato di entrare nel direttivo di Transfair.
  2. CTM ed Equo Mercato hanno deciso di rinunciare al marchio di Transfair.
  3. Nessuna bottega del CES ha più prodotti a marchio Transfair.
  4. Transfair ha fatto pubblicità in Tv senza menzionare le organizzazioni del Commercio Equo e Solidale.
  5. Transfair non rispetta alcuni criteri, ritenuti essenziali dal CES.
  6. La strategia di Transfair è tutta rivolta al vendere e non all'informare o a costruire alternative. Anzi in Transfair non si parla di alternative.

A questo punto, dopo due anni di dialogo, a me resta solo di ritirare il mio nome da Transfair. Lo faccio con dolore e sofferenza. Non ho nulla contro Transfair, non ce l'ho con le persone che ci lavorano, anzi sono disponibile a continuare il dialogo. Spero che questa mia decisione di uscire da Transfair serva per un dibattito serio nel Commercio Equo e Solidale, che ho sempre sostenuto e sostengo come preziosa fionda di Davide contro il Gigante. Il dramma è che, se non siamo attenti e vigili, rischiamo di buttare una perla ai porci. Il sistema economico finanziario attuale è capace di fagocitare tutto, anche le cose più belle che c'inventiamo per resistergli!
Ritengo fondamentale che il Commercio Equo e Solidale sia alternativo al Sistema!
Ho potuto, lo scorso anno, parlare a lungo a Milano con S. Latouche che insiste molto su questo aspetto. "Il pericolo della maggior parte delle iniziative alternative volontarie è infatti di rinchiudersi nella fortezza che ha permesso loro di nascere e svilupparsi invece di lavorare alla costruzione ed al rafforzamento della niche". Latouche intende per niche, non un'oasi conviviale nel deserto del mercato mondiale, ma un organismo in crescita che fa arretrare il deserto. "Riuscire ad imporre i prodotti del Commercio Equo e Solidale o dell'agricoltura biologica negli scaffali dei supermercati, a fianco dei prodotti non "equi" ed "anti-biologici" non è un obiettivo in se', va iscritto più in una strategia di fortezza che nell'ottica del rafforzamento della niche. E' più importante assicurarsi del carattere equo della totalità del processo, dal trasporto alla commercializzazione, cosa che esclude in prima battuta il supermercato ed allarga il tessuto organizzativo", dichiara Latouche.
Se questo obiettivo non è chiaro per tutto il CES, ho paura che nel giro di dieci anni anch'esso sarà assorbito dal grande mercato. E' un momento importante questo, di riflessione, di autocritica per non perdere questo dono prezioso che ci è stato affidato.

Sijambo!
Alex Zanotelli

La risposta

Caro Padre Alex,

ti scrivo tutte queste cose perché temo che nessuno te le abbia dette.
La strategia di TransFair non è solo piazzare prodotto, e chi ci segue da vicino lo sa molto bene. Se così fosse stato, non avrei mai accettato di farne il presidente.
Mi dispiace per quello che hai scritto su di noi, ma sono sereno: siamo sicuramente perfettibili o addirittura mediocri, ma non siamo maliziosi, non dividiamo il mondo in buoni e cattivi, crediamo
nella necessità di un mondo più equo, crediamo si possa cercarlo anche attraverso il nostro lavoro. Siamo disponibili a confrontarci con te in qualsiasi momento e con chiunque, su quei sei punti che enunci come nodi critici. Però siamo anche un po' stanchi e non siamo più disposti a perdere tempo, ripeto, a "perdere tempo" nella disputa tutta italiana tra i buoni e i cattivi del commercio equo. Nel mondo del CeS è bene che ci sia dibattito, forte e chiaro, al quale non ci siamo mai sottratti. Ma è anche opportuno tenere sempre presente che ci sono anche persone che remano contro a qualsiasi sforzo serio di dialogo e che preferiscono di gran lunga l'eslusione all'inclusione.
Non sono i nostri interlocutori.
Mi dispiace del tuo ritiro, ritengo tu sia stato deliberatamente male informato su ciò che è avvenuto dopo il nostro incontro.
Spero, come tu dici, che questa tua scelta sia occasione di confronto.
Temo invece che darà fiato a chi lavora per dividere il mondo del CeS italiano, a chi, come dice Latouche che tu citi, si rinchiude nella sua fortezza.
Forse noi non siamo già "un'oasi in crescita che fa arretrare il deserto" però ci piace l'idea di provarci, con tutti i nostri limiti, ma con fierezza, sincerità e dignità.

A presto
Adriano Poletti

Milano, 26 giugno 2001

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