Questo Sistema non è più esportabile
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Questo Sistema non è più esportabile. Dobbiamo già noi stessi rimetterlo in discussione, perché andando avanti di questo passo non c’è futuro in chiave ecologica! Gandhi lo aveva espresso in una battuta stupenda (una!), nel '38 ancora, quando un giornalista inglese gli chiedeva: "Mahatma, quando tu avrai ottenuto l’indipendenza dell’India, riuscirai a portare l’India allo stesso livello economico dell’Inghilterra?". E Gandhi aveva risposto: "Fratello mio, se ci son volute metà delle risorse di questo mondo per fare arrivare l’Inghilterra lì dove è arrivata, di quanti mondi avrà bisogno l’India, per arrivare lì dove è arrivata l’Inghilterra?". E’ tutto qui il problema: su questa strada non c’è futuro. Ormai l’alternativa non è più un’utopia, è l’unica cosa decente che abbiamo fra le mani e che possiamo fare. L’alternativa è necessaria!
Permettetemi allora di -saltare- al propositivo. Direte subito: "Ma cos’è che possiamo fare noi?". Ritorno ai vostri volti. Se c’è una cosa che è incredibile sono i volti, unici ed irripetibili. Se viviamo in questo Sistema è perché noi lo vogliamo. Non lamentatevi di Maccanico, di Dini, ... A proposito: mamma, che roba! Abbiamo parlato prima delle forze economiche in questo paese. Ma le forze economiche vi esprimono perfino i governi economici, talmente sono chiare. E’ inutile che andiate a dare la colpa in su. Se noi abbiamo i governi che abbiamo, i politici che abbiamo o l’economia che abbiamo, è perché noi li vogliamo così!
A me ha fatto un’impressione enorme Martin Niemoller (uno dei grandi resistenti contro Hitler, insieme con Bonhoeffer. Martin Niemoller è sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau, Bonhoeffer è stato invece impiccato). Quando Martin Niemoller è uscito, alcuni giornalisti gli hanno chiesto: "Martin, cosa dici del popolo tedesco? Tutti hanno mollato tutto davanti al nazismo: Chiese, Sindacati,... Tutti! Erano quattro gatti che hanno fatto la resistenza al nazismo, quattro gatti! Cosa dici?". E Martin è stato splendido. Ha detto: "Siamo tutti colpevoli". -Siamo-, non -Siete-, -Siamo-! Se ci siamo su questa barca è perché tutti noi lo vogliamo. Era stato Martin Niemoller che aveva detto quella famosa frase: "Quando la Gestapo ha cominciato a venire ad arrestare i comunisti, io non ho detto nulla perché non ero un comunista. Quando la Gestapo è venuta per arrestare gli ebrei, io non ho detto nulla perché non ero un ebreo. Quando la Gestapo è venuta per arrestare i sindacalisti, non ho detto nulla perché io non ero un sindacalista. Quando è venuta per arrestare i cattolici, non ho detto nulla perché io non ero un cattolico. Quando alla fine son venuti per arrestare me, non c’era più nessuno per parlare". La logica è questa.
Ecco perché ritorno ai vostri volti di questa sera. Se siete qui, è perché voi avete le potenzialità, dentro ognuno di voi, per cambiare. Ognuno di noi ha dentro le proprie mani la forza, come diceva Gandhi, della Satyagraha, la forza della verità; come dice Gesù, la forza dell’amore, una bomba atomica! Uscite dal senso di impotenza. Dopo il peccato di idolatria, il più grave peccato di questa società è, per me, il peccato di impotenza. Sentite che ognuno di voi può fare, anche se dà un piccolo contributo, qualcosa di eccezionale. Sono i poveri che me l’hanno insegnato.
Per fare questo, però, avete bisogno di fermarvi un attimo. Se siete non credenti, fate un po’ di silenzio; ovunque volete, ma fatelo. Se siete sposati, andate insieme in qualche montagna. Un fine settimana, prendetevi 2 o 3 giorni; il venerdì sera andate su in qualche cascina e fate silenzio. Se siete sposati, fatelo insieme (è importante!). Per la prima volta ragionerete insieme e insieme tenterete di parlarvi. Non ci si parla più! Se siete credenti, trovate dei momenti di preghiera, di contemplazione. Fatelo anche come coppia. Andate dove volete (può essere Spello, può essere un monastero, può essere una cascina...), ma fate dei momenti di silenzio, riflettete. Se vi fermate, vedete subito la nostra follia collettiva. E allora cominciate a ragionare.
Quando cominciate a ragionare sul primato dell’economico, subito dite certe cose... Quando ero a Comacchio mi ha introdotto un vecchio prete, avrà avuto dai 60 ai 70 anni. Ha detto 3 o 4 parole, una più saggia dell’altra: "Quando io ero un giovane prete e mi preparavo al -Moralone- - grande esame dei preti, -Teologia Morale- - avevo volumi e volumi così sul sesto comandamento. Sulla giustizia? Avevano dato 20 paginette... Dice: -No, non preoccuparti, puoi leggerle anche all’ultimo momento, nessuno ti farà neanche una domanda su quella roba-". Come credenti abbiamo tradito tutto. Ma come è possibile che come Chiesa abbiamo avuto il coraggio di prendere tanto seriamente il sesto comandamento, e ci sono solo tre detti di Gesù sul sesto comandamento, fino ad arrivare a dire che non c’è neanche parvità di materia sul sesto comandamento? Sull’economia, dove avete i detti più duri di Gesù, dove Gesù è di una crudezza... Ma cosa ne abbiamo fatto? Ad una donna che prende la pillola io devo dire: "Tu non puoi andare a fare la Comunione". Se sono fedele al Magistero Pontificio è quello che devo dire. Un uomo che ha un miliardo in banca, mentre c’è gente che muore di fame, può andare tranquillamente alla Comunione, perché quelli sono soldi suoi. Questo non è né Vangelo, né Morale, né nulla... E’ morale borghese, se volete, e basta.
Dobbiamo cominciare a prendere seriamente questo benedetto Vangelo. Per quanto so io, è Chiavacci (prete professore all’Università di Firenze) l’unico moralista che ha tentato di fare questo lavoro in Italia (e forse è anche per quello che è emarginato!). Riassume l’insegnamento di Gesù e del Nuovo Testamento in chiave di economia con due comandamenti (non son consigli, non certo i consigli evangelici di noi frati, che ne abbiamo fatto uno scempio). Due comandamenti! Primo comandamento: non puoi arricchirti. Secondo comandamento: se tu hai, per qualsiasi ragione che sei venuto ad avere, hai per condividere. Provate a tradurre questo po’ po’ di roba nelle vostre scelte quotidiane: avete una rivoluzione tra le mani! Non ditemi che è la Chiesa, che noi non possiamo far nulla... Ma sono balle, autentiche! Il Vangelo è una rivoluzione, non c’è nulla da fare. E se la Chiesa vuole essere dura sul sesto comandamento, mi va benissimo: facciamola la profezia. Ma chi ci accusa di moralismo ha ragione, perché non facciamo la profezia su tutto. La facciamo sul sesso, ma facciamola allora anche sull’economia. C’è gente a volte che viene qui e comincia a dirmi sull’aborto: "Ma perché tu non parli?". Se volete parlare di aborto accetto tutto il discorso dell’aborto. Ma chi è dentro il -Movimento per la Vita-, per favore, la smetta di parlare solo di aborto. O se vuol parlare di aborto, ci sto, ma che parli anche dei morti di fame, che parli contro la pena capitale, perché o facciamo profezia o se no smettiamola di prenderci in giro.
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