Altri 117 migranti sono stati inghiottiti il 18 gennaio nel Mediterraneo
Zanotelli: «I nostri nipoti diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti»
Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, commenta l'ultimo naufragio di migranti. Fra le vittime un bimbo di 10 mesi. Intanto gli attivisti di Sea Watch hanno portato in salvo 47 migranti
20 gennaio 2019
Redazione PeaceLink
«Siamo davanti a un'immensa tragedia: altri 117 migranti sono stati inghiottiti il 18 gennaio nel Mediterraneo che è oggi un grande cimitero», dichiara il comboniano p. Alex Zanotelli alla notizia dell’ennesimo naufragio, davanti alle coste della Libia, di un gommone con 120 persone a bordo di cui solo tre sono state tratte in salvo.
«I nostri nipoti diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti», prosegue Zanotelli. «Come cristiani non possiamo rimanere in silenzio davanti a questo genocidio che avviene sotto i nostri occhi: sono i nuovi crocifissi della storia. Per questo chiedo che domani, 20 gennaio, Pasqua del Signore, ci sia un momento di silenzio per queste vittime innocenti. È il minimo che come cristiani possiamo fare davanti a tali barbarie».
Note: Il gommone è partito giovedi notte da Garabulli e dopo 10-11 ore di navigazione avrebbe cominciato a sgonfiarsi per poi affondare. I tre superstiti dicono di essere rimasti in acqua per oltre tre ore prima dell’arrivo dell’elicottero della Marina italiana che ha tirato loro le due zattere.
La Guardia Costiera italiana in una nota ha spiegato che “l’operazione, sotto il coordinamento libico, si è conclusa nella notte di ieri dopo l’intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, che ha tratto in salvo tre naufraghi".
“Purtroppo – commenta Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim – i contorni di questa tragedia sono molto più gravi di quello che sembrava all’inizio. C’era confusione sul numero delle persone a bordo, l’aereo della Marina aveva avvistato una cinquantina di persone, ma i superstiti ci hanno detto di essere partiti in 120”. Proteste di Sea Watch: "Nessuno ci dice dove andare".
La Guardia Costiera italiana in una nota ha spiegato che “l’operazione, sotto il coordinamento libico, si è conclusa nella notte di ieri dopo l’intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, che ha tratto in salvo tre naufraghi".
“Purtroppo – commenta Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim – i contorni di questa tragedia sono molto più gravi di quello che sembrava all’inizio. C’era confusione sul numero delle persone a bordo, l’aereo della Marina aveva avvistato una cinquantina di persone, ma i superstiti ci hanno detto di essere partiti in 120”. Proteste di Sea Watch: "Nessuno ci dice dove andare".
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